Тексты на итальянском
Come ti chiami?
Mi chiamo Cristina, sono russa, sono di Mosca. Abito a Mosca con la mia famiglia. Spesso viaggio per lavoro. Di solito viaggio in aereo. Conosco bene l’Italia. Conosco molte città italiane: Milano, Parma, Roma. Però conosco meglio Milano. Quando sono in Italia, abito in albergo. Milano è una bella città, però è cara. Gli alberghi sono cari. Anche Roma è una bella città. Quando ho un po’ di tempo libero, dopo il lavoro, visito la città. Visito i musei e le chiese, visito anche i negozi. Ancora non parlo l’italiano, parlo un po’ l’inglese e il francese. Quando sono al ristorante o in albergo, uso il vocabolario. Adesso sono a Mosсa.
Il distratto
Un giorno, sull’autobus, il signor Casini vede un portafoglio in terra. Dentro ci sono molti soldi. Il signor Casini vuole trovare il proprietario vuole restituire il portafoglio, perch lui e una persona onesta.
Sull’autobus non ci sono molti passeggeri. Accanto a lui è seduta una vecchia signora con un cane. Il signor Casini chiede: “Scusi, signora, questo portafoglio è suo?” La signora guarda il portafoglio, e risponde di no.
Dietro di lui è seduto un uomo che legge il giornale. Il signor Casini chiede: “Scusi, signore, questo portafoglio è suo?” L’uomo risponde di no.
Davanti a lui è seduto un bambino che mangia il gelato. Il signor Casini chiede: “Scusa, bambino, questo portafoglio è tuo?” Ma il bambino risponde di no.
Sull’autobus c’è anche un gruppo di turisti. Il signor Casini chiede: “Scusate, questo portafoglio è vostro?” I turisti all’inizio non capiscono, ma poi anche loro rispondono di no.
Il signor Casini chiede anche all’autista:”Scusi, autista, questo portafoglio è suo?” Lui risponde: “No, non è mio, ma dentro forse ci sono i documenti del proprietario” Il signor Casini pensa che è una buona idea, e apre il portafoglio. Legge i documenti e dice: “Ma questo portafoglio è mio!” Così lo rimette nella tasca della giacca.
Le uova
Diego, Adriano e Renzo sono tre amici e abitano insieme alla casa dello studente. Nella loro camera c’è una piccola cucina, ma nessuno di loro sa cucinare, c’è un frigorifero, ma è sempre vuoto perché nessuno fa mai la spesa.
Vicino alla casa dello studente c’è un grande supermercato. Una sera Diego, prima di tornare a casa, entra nel supermercato per comprare qualcosa. Siccome nessuno di loro sa cucinare, Diego compra dieci uova. Cucinare le uova è facile.
Anche Adriano ha la stessa idea. Entra nel supermercato subito dopo Diego, e compra venti uova. Dopo Adriano; anche Renzo va al aupermercato e compra trenta uova.
Improvvisamente, dunque, il frigorifero non è più vuoto; è pieno di uova. Ci sono sessanta uova, venti uova a testa.
Per molti giorni, i tre amici mangiano soltanto uova. Poi, dopo una settimana, Diego dice:”Basta, non ne posso più. Andiamo a mangiare alla mensa universitaria”
Allora vanno alla mensa. Sul tavolo c’è la lista dei piatti del giorno. Prendono la lista e leggono. “Piatti del giorno: uova agli asparagi, uova al bacon, frittata di zucchine, uova sode con maionese”
Il tempo libero
La mia famiglia non è né grande, né piccola: è una famiglia normale. Siamo in sei: io, mia sorella, i miei genitori, mio nonno e il nostro gorilla. Il gorilla non è un parente, ma è il nostro animale domestico: si chiama Benito.
Mio padre non ha un lavoro fisso: fa molti lavoretti. Nel tempo libero ripara la macchina. La sua macchina è piuttosto vecchia; ha circa quarant’anni. Anche mio padre ha circa quarant’anni. La mamma dice sempre che dobbiamo comprare una macchina nuova, possibilmente verde o rossa (secondo lei sono colori allegri)
Mia madre lavora in casa, è una casalinga. Lei non ha tempo libero: è sempre molto occupata. Secondo lei, papà deve trovare un lavoro fisso, perché non abbiamo soldi.
Mio nonno ha ottanta anni. Ha molto tempo libero, perché è in pensione. Lui di solito nel tempo libero legge il giornale. Però non legge il giornale di oggi: legge sempre lo stesso giornale, un giornale vecchio, di tre anni fa. Dice che è più interessante.
Anche il nostro gorilla, Benito, ha molto tempo libero, come tutti gli animali domestici. Benito ha dodici anni: non fuma, non beve ed è molto intelligente. Nel tempo libero di solito guarda la televisione: la guarda per ore o ore, anche se è spenta.
Mia sorella invece non è molto intelligente, anche se studia all’università. Studia economia, o forse lingue straniere: non ricordo. Neanche lei lo ricorda esattamente. E’ più grande di me, ha vent’anni, nel tempo libero parla al telefono, oppure guarda la televisione con il gorilla.
La domenica, quando tutti sono in casa, c’è molta confusione: i miei genitori litigano, mia sorella telefona, tutti parlano ad alta voce. Io allora vado in camera, chiudo la porta e cerco di non sentire il rumore.
Al ristorante
Un gruppo di amici è in Italia per turismo. Visitano l’Italia per la prima volta.
Vogliono provare la cucina italiana; entrano in un ristorante. La cucina italiana ha molti piatti tipici.
Gli amici leggono il menu. Ci sono molti antipasti: l’insalata di mare, l’insalata mista, il carpaccio, i crostini...
Ci sono molti primi piatti: la pasta al pesto, gli spagetti alla carbonara, le tagliatelle ai fungi, i tortellini, le lasagne...
Ci sono molti secondi piatti: la pizza, le cotolette alla milanese, la bistecca alla fiorentina, il fegato alla veneziana...
Gli amici chiamano il cameriere e dicono: “Cameriere! Vogliamo ordinare” Vogliono assaggiare tutto: ordinano tutti gli antipasti, tutti i primi e tutti i secondi che ci sono sul menu. Il cameriere pensa: com’è possibile mangiare tanto?
Da bere prendono il vino bianco e l’acqua. Dopo, qualcuno prende il dolce, qualcuno la frutta; tutti prendono il caffè. Alla fine dicono: “Cameriere! Il conto, per favore.”
Gli amici pagano il conto, escono dal ristorante. Camminano per la strada, e uno dice: “Ho ancora fame! Andiamo in un altro ristorante”
per la prima volta- впервые
provare- пробовать, пытаться
tipico- типичный
assaggiare- пробовать на вкус
ordinare- заказывать
possibile- возможно
qualcuno- кто-то, кто-нибудь
alla fine- в конце
alla fine di...- в конце туннеля
camminare- ходить пешком